Maria Madonna Delle Grazie
Sono moltissime le città, le cattedrali e i santuari della cristianità dove si venera la Madonna con il titolo di “MADONNA DELLE GRAZIE”. È uno dei titoli più cari al popolo cristiano. Perché Maria Madonna delle grazie? L’aiuto ci viene dal Vangelo di Luca nel racconto della vocazione o dell’annuncio a Maria Lc 1,26-38. Si racconta che l’angelo entrando da lei disse: “Rallegrati, o piena di grazia”,” Lc 1,28. L’angelo, nel salutarla, non chiama Maria per nome, ma la chiama semplicemente “piena di grazia” o “ricolmata di grazia” (“kecharitomene” che la Volgata ha reso con “gratia plena”). L’angelo Gabriele, rivolgendosi alla Vergine di Nazaret, dopo il saluto chaire, “rallegrati”, la chiama kecharitoméne, “piena di grazia”. Maria è colei che è “cara” a Dio (“caro”, come “carità”, derivano dalla stessa radice di “charis”, che significa grazia, bellezza “tota pulchra”, fascino, amabilità). Maria ha ricevuto il favore divino “kecharitomene” la grazia. È l’atteggiamento di una persona che si volge ad un altro con un determinato atto di bontà. Dio essendo ricco di grazia Es 34,6 “in senso attivo”, come colui che riempie di grazia, ha guardato l’umiltà della serva di “Maria” che è piena di grazia “in senso passivo”, come colei che è riempita piena di grazia. Le parole del testo greco chaire e kecharitoméne presentano tra loro una profonda connessione: Maria è invitata a gioire soprattutto perché Dio l’ama e l’ha colmata di grazia in vista della divina maternità! Il verbo utilizzato da Luca è “Karito”. Ora la radicale del verbo “karitò” e la parola “karis”, grazia, e l’idea che il verbo esprime e perciò quella di un cambiamento operato dalla grazia. Viene affermato quindi che Maria è stata trasformata dalla grazia di Dio. Che cosa la grazia di Dio ha propriamente prodotto, cambiato e realizzato in Maria? Maria è totalmente trasformata dalla grazia di Dio, in vista della sua maternità divina e verginale e quindi include che Dio l’ha preservata dal peccato, la purificata e santificata. Cioè Maria era stata trasformata dalla grazia di Dio, in vista precisamente del compito che la attendeva, quello di diventare la Madre del Figlio di Dio, e cioè restando Vergine. Questo è l’oggetto del doppio annuncio dell’angelo: come madre ella metterà al mondo il “figlio dell’Altissimo” Lc 1,33, ma questo avverrà per la “potenza dell’Altissimo” Lc 1,35, ossia in modo verginale. Dio aveva preparato Maria a questo, ispirandole il desiderio della verginità Lc 1,34. Maria quindi fu ricolmata da Dio in previsione di questa maternità e nello stesso tempo che ella fu preparata dalla grazia della verginità alla sua missione di essere in modo verginale la madre del Salvatore. Maria può fare sue, in tutta verità, le parole dell’Apostolo Paolo e dire “Per grazia di Dio sono quello che sono” 1Cor 15,10. La grazia, dunque, è il terreno e il luogo in cui la creatura può incontrare il suo Creatore. Dio ricco di grazia Es 34,6 ha ricolmato di grazia Maria Lc 1,28. Tra i due, c’è Gesù Cristo, il mediatore, che è “pieno di grazia” Gv 1,14 in tutti e due i sensi: in senso passivo, in quanto, come Dio e capo della Chiesa, egli dona la grazia, e, come uomo, è riempito di grazia dal Padre e anzi “cresce in grazia” Lc 2,52. La grazia è ciò per cui Dio si sporge e si china verso la creatura; è l’angolo convesso che viene a riempire la concavità dell’umano desiderio di Dio. Dio è amore, dice San Giovanni (1Gv 4,8) e, appena si esce dalla Trinità, ciò equivale a dire che Dio è grazia. Solo infatti in seno alla Trinità, nei rapporti delle divine persone tra di loro, l’amore di Dio è natura, cioè necessità; in tutti gli altri casi esso è grazia, cioè dono. Che il Padre ami il Figlio, non è grazia, o dono, ma è esigenza paterna, cioè, in un certo senso dovere; che ami invece noi, è pura grazia, favore libero è immeritato. È chiaro che grazia ha il significato di favore assolutamente gratuito, libero e immotivato. Tale grazia di Dio, di cui Maria è stata ricolmata, è anch’essa una grazia di Cristo. È la “grazia di Dio data in Cristo Gesù” 1Cor 1,4, cioè il favore e la salvezza che Dio concede ormai agli uomini, a causa della morte redentrice di Cristo. La grazia di Dio non consiste più in qualche suo favore, ma nella sua presenza. “È apparsa la grazia di Dio apportatrice di salvezza” Tt 2,11. Quindi la prima cosa che la creatura deve fare in risposta alla grazia di Dio è di rendere grazie “Ringrazio continuamente il mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio” 1Cor 1,4. Ringraziare significa riconoscere la grazia, accettarne la gratuità. È quello che ha fatto San Paolo: “Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di dare testimonianza al vangelo della grazia di Dio” At 20,24, “Per questa grazia siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio” Ef 2,8. Dunque, bisogna fare il possibile per rinnovare ogni giorno il contatto con la grazia di Dio che è in noi. “Ravvivare il dono di Dio che è in noi” datoci nel battesimo 2Tm 1,6. Non si tratta di entrare in contatto con una cosa, o un’idea, ma con una persona, dal momento che la grazia, non è altro che Cristo Gesù in noi. Ognuno ha il suo mezzo e il suo accorgimento preferito, per stabilire questo contatto con la grazia, come una specie di via segreta, nota a lui solo: sarà un pensiero, un ricordo, un’immagine interiore, una Parola di Dio, un esempio ricevuto. Ogni volta è come tornare alle sorgenti e al cuore, e sentire riaccendersi la grazia e dire: “Quanto è preziosa la tua grazia, o Dio Sal 36,8; “La tua grazia vale più della vita” Sal 63,4. La fede della Chiesa e l’esperienza dei santi insegnano che la grazia è fonte di gioia e che la vera gioia viene solo da Dio. In Maria, come nei cristiani, il dono divino genera una profonda letizia. L’evangelista Luca vuole presentare Maria come puro frutto della benevolenza di Dio, il quale ha preso talmente possesso di lei da renderla, secondo l’appellativo usato dall’Angelo, “piena di grazia”. Proprio l’abbondanza di grazia fonda la nascosta ricchezza spirituale in Maria. Alimentata dalla Parola del Signore e dall’esperienza dei santi, la Chiesa esorta i credenti a tenere lo sguardo rivolto verso la Madre del Redentore e a sentirsi come lei amati da Dio. Li invita a condividerne l’umiltà e la povertà affinché, seguendo il suo esempio e grazie alla sua intercessione, possano perseverare nella grazia divina che santifica e trasforma i cuori. Quale gioia diamo a Maria e quale progresso realizziamo nel suo culto, se ci lasciamo ogni giorno prendere da lei per mano per condurci da suo Figlio Gesù Cristo “speranza della gloria” Col 1,27.
Preghiera a Maria, di Madre Teresa di Calcutta.
Maria, Madre di Dio e Madre nostra, vogliamo consacrarci ed essere completamente tuoi. Aiutaci a percorrere con te un cammino di piena fedeltà a Gesù, nella sua Chiesa. Tienici sempre amorosamente per mano. Vergine Santa, Madre dell’Amore, proteggi le nostre famiglie, perché restino sempre unite e sappiano educare i figli nella fede in Gesù. Madre Santissima, ti supplichiamo: donaci un amore grande per tutti i sacramenti, segni che tuo Figlio ci ha lasciato per incontrarlo. Insegnaci a vivere con Gesù e per Gesù. Se cadiamo, aiutaci a ritornare a lui con il sacramento del perdono e della gioia. Maria, Madre di Gesù e Mare nostra, dacci il tuo cuore, così bello, così puro, così immacolato, così pieno d’amore e umiltà: rendici capaci di ricevere Gesù nel pane della vita, amarlo come lo amasti e servirlo sotto le povere spoglie del più povero tra i poveri. Così, Vergine Santa, con la gioia e la pace che provengono dalla grazie dello Spirito Santo donatoci dal tuo Figlio Gesù nella coscienza, potremo portare a tutti l’amore di Dio.
Amen.